Genova Magica spettri demoni ed altri misteri - Autore Mago Alex - De Ferrari Editore - Ghost Tour
UN’OMBRA NELLA NOTTE
Quando il sole tramonta e la luce lascia spazio all’oscurità è possibile fare tristi incontri. Molti affermano che chiunque al buio può scambiare un cane per un mostro o una sagoma per uno spettro, ma sfortunatamente non tutti se la sono cavata con un inganno della vista. In Via del Campo, e precisamente vicino alla colonna infame di Piazza Vacchero, si erge una bellissima quanto inquietante fontana. Se però la fontana è inquietante, molto di più lo sono le voci che circolano a proposito di quel metro quadrato di terra. A parte il fatto che in quel punto sono state registrate delle alte vibrazioni di energia nefasta, pare che quella sia la sede di apparizioni angoscianti. Come vi ho già raccontato, esistono luoghi che pretendono il loro tributo di sangue, e Piazza Vacchero è da annoverare tra questi. Cercherò di esporre le cose da principio. Un giorno una medium capitò a passare davanti alla fontana, ed essendo una persona estremamente sensibile non poté non "sentire" la corrente che aleggiava in quel momento. Fu afferrata da una forte apprensione ed ai suoi occhi apparvero delle visioni che la fecero cadere in deliquio. La scena cui assistette doveva essersi svolta in un passato assai remoto, in quanto era apparso un tempio pagano, dove si celebravano olocausti per placare le ire di non si sa quale divinità. Quando la donna rientrò in sé si allontanò in fretta e non vi fece mai più ritorno. I luogo può essere definito maledetto, infatti la storia riporta innumerevoli fattacci di sangue che sarebbero avvenuti nel corso dei secoli proprio presso il luogo dove sorge la fontana. Pare che una oscura presenza si scateni dalla piazza in questione, per tormentare fino alla morte chiunque osi sfidare i suoi poteri. Emanuele è un signore attempato che vede la presenza fin da quando era bambino, ma che da essa non è mai stato attaccato perché egli ha continuato a guardarla con gli occhi della purezza. La stessa cosa non si può dire di altre persone, che non sono sopravvissute per raccontare gli incontri con tale entità maligna. Morena, una mia conoscente, raccomanda a quanti volessero vederla, anche solo di sfuggita, di recarsi sulla piazza quando la luna piena si tinge di rosso e con i suoi raggi penetra attraverso i vicoli, cadendo ad illuminare la fontana. Solo allora la si potrà scorgere, ma bisogna assolutamente evitare di ridere e di fare commenti. A buon intenditore. Un altro spettro inquieto, meno pericoloso ma altrettanto spaventoso, è quello che appare ogni dieci anni presso le Mura dello Zerbino. Di lui parla Michelangelo Dolcino nel suo libro " I Misteri di Genova". Codesto fantasma farebbe la sua comparsa verso l’aurora, per lanciare maledizioni ed improperi contro chiunque abbia la malasorte di incrociare il suo sguardo. Per ovviare a ciò è consigliabile portare con sé qualora si fosse obbligati a transitare di lì giusto a quell’ora, un piccolo temperino e, puntarlo in direzione dello spettro enunciando: " Sprofonda in Ade, nel nome di Dio!". Sulla strada che porta al Monte Fasce è possibile avere delle esperienze paranormali. Una notte un gruppo di amici si stava recando sulla cima, perché aveva urgenza di poter conferire col padre esorcista che abitava nella chiesetta. Superarono l’incrocio che divide Il Monte Fasce dal Monte Moro e dopo cento metri una donna si parò davanti alla macchina, chiedendo aiuto. I cinque si fermarono per ascoltarla, senza notare che essa non era andata incontro all’auto sulla strada, bensì si era materializzata di colpo. Poiché la donna era comunque in preda al panico e chiedeva soccorso per un’altra persona, quello che guidava si offrì di farla salire per portarla sul luogo del presunto incidente. Lei però rifiutò e cominciò a correre sulla strada, come se volesse farsi seguire. D’un tratto scomparve nel buio ed i ragazzi non ne trovarono più traccia. Rimasero molto sconcertati, ma poi riflettendo constatarono che quella donna era in realtà vestita assai stranamente e che vi era in lei qualcosa di stonato... Uno di essi, Roberto, si recò sul posto nuovamente il mattino dopo, per indagare su un incidente avvenuto la notte prima. Nessuno ne sapeva nulla, tranne una vecchia signora che, avendo intuito, domandò a Roberto di essere più preciso. Al sentire i fatti la vecchia scoppiò a ridere e quindi ebbe la bontà di raccontare al ragazzo un evento che era accaduto secoli e secoli prima. Gli svelò che la figura femminile che aveva incontrato doveva essere lo spettro di una contadina che aveva visto la sua famiglia sterminata dai briganti. Quindi gli fece notare che la maniera in cui aveva cercato di arrestare la macchina era la stessa con cui un tempo si fermavano le carrozze con i cavalli. Gli disse anche di non preoccuparsi perché su quel monte capitava veramente di tutto. Difatti, oltre a spiritelli vari, qualcuno dice di avere avvistato gli U.F.O. e qualcun altro avrebbe visto addirittura la Santa Vergine. Altri come Maurizio L. e Valentina D. ebbero un esperienza addirittura raccapricciante: " Un mio caro amico mi raccontò che una sera mentre, percorreva la strada che da Uscio porta ad Apparizione" mi racconta Maurizio di circa trent’anni " si trovò a passare attraverso un cerchio di fuoco, generato da una figura mostruosa all’altezza del bivio che porta alla grande croce di ferro. Non che io fossi convinto del racconto (conoscendo il mio amico che non disdegna per niente sorseggiare della buona vodka), ma la cosa mi incuriosiva moltissimo. Fu cosi che accompagnato da Valentina, una notte mi appostai nel parcheggio adiacente al bivio in questione. Nonostante la nostra incredulità non nego che stavamo vivendo momenti di grande inquietudine. Dopo circa due ore d’attesa scesi dalla macchina per sgranchirmi le gambe, quando d’improvviso mi trovai circondato da una spessa coltre di nebbia. Fu a quel punto che ebbi l’impressione di essere osservato. Pensai che fosse un guardone, dato che il parcheggio era spesso meta di coppiette, mi voltai di scatto, pronto ad inveire contro il malcapitato, ma rimasi pietrificato dalla paura perché vidi due occhi rossi come il fuoco che mi fissavano a circa un metro di distanza. Nonostante la nebbia vidi una sagoma spaventosa che incombeva inesorabile su di me. Valentina notò il mio smarrimento e con un urlo mi destò da quell’iniquo torpore. Di scatto entrai in macchina, chiusi la portiera e cercai di metterla in moto ma la macchina sembrava non volesse saperne di partire. Dopo vari tentativi innestai la marcia e scattai via come il vento. Nel partire vidi formarsi sul parabrezza della vettura , ormai umido dalla brina, cinque strisce come se fossero state prodotte da una mano mostruosa. Pensavo di essere in salvo, quando mi sembrò che qualcuno ci stesse inseguendo. Sentivo i suoi passi rimbombarmi nelle orecchie e percepivo il suo alito pesante sul mio collo. Preso dal panico schiacciai al massimo l’acceleratore, rischiando di finire in fondo alla scarpata. Valentina era terrorizzata e cominciò a pregare a voce alta. Quando fummo all’altezza del Santuario della Santa Vergine la mostruosa presenza smise di inseguirci e la strana nebbia, che fino ad un attimo prima ci attanagliava scomparve". Alcune persone sempre sulla medesima strada, raccontano di essersi imbattute più volte in uno strano asino. Che ha di strano? Nulla, pare però che scompaia subito dopo essere visto, lasciando nell’aria un acre odore di zolfo. Sul Monte Moro più probabile è trovare spettri di militari tedeschi. Restii ad andare in pensione, perlustrerebbero la zona in prossimità delle entrate dei bunker e spaventando pastori e coppiette. L’anima in pena di Gian Luigi Fieschi, invece, aleggia sul porto di Genova ; di tanto in tanto, essa riemerge dalle acque dove è affogato il corpo che la incarnava e con l’armatura grondante d’acqua si dirige verso la sua ex dimora, in Via Santa Maria in Via Lata. Poco distante dalla chiesina della medesima via, comparirebbe lo spettro di una magnifica donzella che al suo passaggio lascia un’inconfondibile profumo di rose. Nelle notti tempestose, quando acqua e vento imperversano, è possibile scorgere nella zona di Campo Pisano lo spettro di un uomo vestito di stracci che vaga lanciando urla inumane. Ne è stata testimone Gabri, che racconta di una notte particolarmente piovosa........ " Erano le 23.45, stavo rientrando a casa sotto un acquazzone violentissimo, quando una saetta attraversò il cielo e subito dopo udii un frastuono d’inferno. Rimasi immobile. Il fulmine doveva aver causato un black out della illuminazione pubblica e a me mancava poco per arrivare, così mi avventurai guidata dalla luce dei lampi. Fu a quel punto che, tra un lampo e l’altro, vidi la sagoma di un uomo che si trascinava una gamba, quasi fosse stato incatenato. Veniva verso di me salendo la scalinata della Marina. Quando il lampo si spegneva, egli scompariva, ma io potevo continuare a sentire le grida terrificanti che mandava, tanto che dallo spavento mi arrestai di nuovo. Quando mi fu vicino , non reggendo al panico, aprii la bocca e senza rendermene conto presi ad urlare, facendolo letteralmente svanire". Ci sono diverse possibili spiegazioni sul fenomeno vissuto da Gabri, ma ci vorrebbe troppo tempo per darle e quindi ne parlerò in una pubblicazione più appropriata. Evidentemente, le anime prediligono la notte per manifestarsi, probabilmente perché di notte ci sono meno distrazioni sensoriali terrene ed i nostri sensi sottili possono meglio captarle. Capitò sempre di notte che Isabella, una ausiliaria di S. Martino, si stesse recando a casa dopo il suo lavoro in ospedale. Generalmente quando perdeva l’autobus andava a piedi, transitando per via Benedetto XV. Fu all’altezza dell’obitorio che vide una ragazzina dall’età apparente di dieci anni che la guardava con un enigmatico sorriso sulle labbra. Isabella pensò "Cosa farà mai questa bambina, qui a quest’ora?". Sarà stata l’una e venti del mattino. La bambina percepì il suo pensiero e le rispose che si stava recando dalla sua mamma, quindi iniziò a correre in direzione di via G.B. Marsano. Isabella la seguì senza esitare, ma la sua sorpresa si tramutò in terrore, quando la bambina scomparve inghiottita da uno di quei grandi alberi che costeggiano la via. E’ estremamente distinta e signorile, piuttosto l’entità che compare nelle notti di vento gelido nei pressi di Via Pastrengo e Piazza Cappuccini. Indossa un frac e passeggia fumando una sigaretta. E’ lo spettro di un gentiluomo che si stava recando a teatro ma non lo raggiunse mai, in quanto un malore lo colse e perì subito dopo. Una figura simile è stata notata in Via Milyus ed in prossimità di Piazza Raibetta.