Genova Magica spettri demoni ed altri misteri - Autore Mago Alex -De Ferrari Editore - Ghost Tour
LA MERETRICE FANTASMA
Non sono solo gli esseri umani ad avere una disperata fame di amore. Anche gli spettri lo bramano e talvolta si concedono a giochi erotici con amanti occasionali scelti tra i vivi, che ignari, ne rimangono coinvolti donando le loro energie tramite l'amplesso. E' proprio grazie a questa energia che gli spettri continuano a vivere su questo mondo. Ciò che leggerete mi fu narrato da una persona il cui padre è stato protagonista di una inquietante vicenda. Questa è la storia di un'uomo che adirato e deluso dopo l'ennesima lite con la moglie, vagava per il centro storico senza meta. Nelle vicinanze di Vico delle Mele, zona popolatissima da prostitute a buon prezzo, disposte ad allietarvi per mezz'ora e non un minuto di più, l'uomo si sentì chiamare dalle voci suadenti di queste professioniste del sesso e le osservò, non trovandone alcuna di suo gradimento. D'improvviso i suoi occhi incontrarono quelli nerissimi di una donna, ferma sotto un portone, e se ne sentì fortemente attratto. Lei doveva avere circa trentacinque anni. Aveva la pelle ambrata, i capelli neri ed un corpo molto snello. Il suo viso era dolcissimo, velato da un'intensa tristezza. L'uomo si avvicinò e chiese quale fosse il prezzo della sua prestazione. Lei gli rispose che si sarebbero accordati e lo invitò a seguirla. Lo condusse per anguste stradine, poi con la sua voce calda lo esortò ad entrare in un portone in Vico alla Torre di San Luca. Salirono fino all'ultimo piano ed entrarono in un appartamento. Lei gli disse: " Spogliati " e poi consumarono il loro amplesso. Il nostro uomo non aveva mai vissuto nulla di simile, anche se, ma sì diciamolo, era un habitué delle prostitute e con esse tradiva continuamente la moglie. La notte era magica, il profumo della donna lo stordiva, le sue carezze lo rapivano e sembrò che il tempo si fosse davvero fermato. Fecero l'amore lungamente, senza fermarsi. Poi l'uomo, esausto, si addormentò molto profondamente. Al suo risveglio non si trovava più fra le lenzuola di seta della bellissima amante ma sul freddo pavimento di un piano del caseggiato. Vestito di tutto punto. Al suo fianco, la porta dell'appartamento di lei. La aprì tremando, chiamando sottovoce la donna di cui si accorse non conosceva neppure il nome. Si ritrovò invece sul tetto. Sconcertato, ridiscese e suonò all'ultimo interno del palazzo. Fu una signora ad aprirgli, che ascoltò con perplessità il racconto confuso ed imbarazzato che egli le fece. Continuava a ripetere: " Qui abita una donna che devo assolutamente ritrovare!". La signora, impietosita, gli disse che lì non abitava nessuna donna bruna, ma poiché l'uomo cominciava a manifestare segni di agitazione lo cacciò, minacciandolo di chiamare le guardie. Egli scese le scale, sperando di imbattersi nella sua misteriosa fuggitiva, ma una volta giunto in fondo fu molto meravigliato nello scoprire che i piani erano sette, e non otto come aveva contato la sera prima! Da quella volta, tornò spessissimo in Vico delle Mele per incontrare la nera creatura che lo aveva stregato ma non la vide più. Alla fine, sconfortato, decise di non cercarla ulteriormente, ma volle comunque conservare nel suo cuore il ricordo di una donna fuori dal comune, capace di amare come una dea e capace di donarsi come se la posta in gioco fosse stata la sua stessa vita. La meretrice fantasma riapparve in altre occasioni. Un altro uomo la incontrò in Via Corsica e la fece salire in auto colpito dal suo strano alone di magnetismo. Lei senza parlare gli fece cenno di voltare in Via Ruffini. Quando furono all'altezza della curva che li avrebbe immessi in Corso Aurelio Saffi, egli si voltò per domandarle deve doveva dirigersi, accorgendosi con infinito spavento che la passeggiatrice, non c'era più! Arrestò l'auto bruscamente, in un mare di sudore, e faticò non poco a riprendersi. La bella creatura dell'aldilà aveva lasciato nuovamente il segno. Con le tenebre, ancor oggi ella popola i sogni dell'uomo che la ebbe per una notte soltanto. Quanto al nostro traumatizzato automobilista, invece, da quella volta si guardò bene dal cercare ancora l'amore mercenario e forse con i tempi che corrono è meglio così.