II° Itinerario

"I palazzi marini avevan bianchi/arabeschi nell'ombra illanguidita.....(da "Genova" di Dino Campana)

Via Garibaldi

La "Via Aurea dei Genovesi"- chiamata "Strada Maggiore" poi "Strada Nuova" e successivamente Via Garibaldi- venne aperta a metà del XVI secolo come risultato di un'operazione urbanistica assolutamente innovativa per Genova: la strada dritta e larga tra la città medievale e le pendici di Montalbano, determinata dalle architetture dei palazzi eretti sui due lati con splendidi giardini pensili sul lato a monte, costituiva nei secoli XVI e XVII un esclusivo "quartiere residenziale nobiliare" che si dilatava a levante con la "Piazza di Strada Nuova" spazio privilegiato per fastose cerimonie e spettacolari coreografie (tra queste, i famosi "Carnevali" del '500 ideati e allestiti dai nobili stessi che abitavano nei Palazzi della Via Aurea) e si concludeva a ponente(fino all'apertura della "Via Nuovissima" ovvero Via Cairoli)nel gran giardino di Palazzo Durazzo già Brignole. La storia e le cronache quotidiane dei secoli d'oro di Genova han lasciato tesori e splendori nei Palazzi della Via Aurea tanto ammirata da Rubens e scenario di vita di molti personaggi ritratti da Van Dyck. Forse è uno di essi quella dama dall'abito candido leggiadro di trine che pare si aggiri tra un atrio e un ninfeo affacciandosi poi alla balaustra d'un giardino pensile e svanisca infine su per il loggiato di Palazzo Doria Tursi.....

 

 

 

Vico Brignole

Per passare dal ritmo architettonico tardo rinascimentale di Strada Nuova al fitto tessuto di vicoli e piazzette della Genova medievale basta girare l'angolo dei Palazzi sul lato a mare di Via Garibaldi, magari quello di Palazzo Brignole Sale (Galleria di Palazzo Rosso).Da un finestra in alto arriverebbero seppur smorzati echi di un pianto misterioso...e qualcuno sostiene di averla intravista, sul far del crepuscolo, quella donna velata......

Piazza San Siro

Sulla piazza in pendenza si alza la grande Basilica dalle origini remote: la chiesa originaria edificata verso il IV secolo sull'area di un antico cimitero era dedicata ai Dodici Apostoli e venne intitolata nel VI secolo a San Siro già Vescovo di Genova; assegnata ai Benedettini nel 1006 e ricostruita in forme romaniche, la chiesa era stata concattedrale della città (insieme a Santa Maria di Castello) prima della costruzione della Cattedrale di San Lorenzo .Passata ai Teatini nel 1575, ampliata e impreziosita di decorazioni, nel XVII e ancora nel XIX secolo fu oggetto di trasformazioni ; il campanile romanico, demolito all'inizio del XX secolo sull'onda delle preoccupazioni diffuse dopo il crollo (1904) del Campanile di San Marco poi , diversamente da quanto deciso per la Basilica veneziana, non venne più ricostruito .

Nessuno invece è riuscito, almeno finora ,a demolire la solida tradizione del Basilisco di San Siro; recentemente, azioni teatrali e itinerari guidati nel Centro Storico hanno provveduto, semmai, a rafforzarla. Il favoloso Basilisco della tradizione aveva eletto a proprio domicilio cittadino un fatidico pozzo della zona e da lì se ne usciva fumigando tra vapori pestilenziali ,che ammorbavano l'aria irradiando morte tutt'intorno, finche San Siro riuscì a ricacciarlo per sempre nelle tenebre donde era spuntato. Proprio tra la piazza di San Siro e Via della Maddalena si dice che sarebbe ubicato uno dei varchi straordinari che consentirebbero agli abitanti degli Inferi di uscir dalle tenebre alla luce del sole ....a Genova, si dice, di varchi del genere ce ne sarebbero addirittura tre...

Salita ai Quattro Canti di San Francesco

La Chiesa di San Francesco di Castelletto già esistente nel XIII secolo che, dopo aver occupato un posto di grande rilievo per la storia cittadina, e aver assistito dalle pendici del colle alle imponenti trasformazioni della zona (dall'apertura della Strada Nuova prima e della Via Nuovissima poi - con la scomparsa del giardino di Palazzo Durazzo - e alla costruzione del nuovo Palazzo del Comune ,venne infine demolita nel 1820 .Ne è rimasto comunque il ricordo nella denominazione dell'antica salita che, dal porto, conduceva verso le alture. Palazzi che furono dimore nobiliari costeggiano la mattonata sul quale s'affacciano giardini "segreti" nel respiro verde di alberi rampicanti ad accrescere il fascino del luogo: qui aveva abitato il poeta Paul Valery, la cui madre era genovese, e taluni avvertono un'intensa sensazione, come di "spleen" , che richiama a famose strofe del poeta.......mentre altri continuano a scorgere riflessi di antiche processioni di confraternite scomparse...

 

 

 

Salita San Nicolosio

A poca distanza dal Centro Storico più noto, sulle pendici orientali del Castelletto e pertanto in un'area già inserita della cinta muraria del XII secolo e che conserva un'atmosfera specialissima come fosse stata sottratta allo scorrere veloce del tempo(salvo che per le trasformazioni urbanistiche della parte più vicina alla attuali Via Cairoli e Largo Zecca) si trova la Salita San Nicolosio che confina con la Discesa omonima e con la Salita delle Monache Turchine. La piccola chiesa dedicata a san Nicolosio è tutto quanto rimane di un antico convento di Monache Cistercensi.

Luci e ombre e il fascino sottile del passato animano la salita dove leggeri suoni, a tratti, sembrano uscire dalle antiche mura.....

Salita San Bernardino

Per l'antico "borgo" del Carmine così come da altre zone cittadine salivano le antiche "creuse di monte" a collegare la città marinara con l'oltregiogo; di certi "percorsi" mattonati che conducevano dunque, dal XVII secolo, alla Porta delle Chiappe aperta nella cinta delle "Mura Nuove" e Salita San Bernardino è un tipico esempio di quei percorsi un tempo così battuti.

Una notte, tre figure sarebbero state viste incamminarsi da Piazza Cavour su per l'antica valletta di Carbonara e, raggiunta infine Salita San Bernardino, si sarebbero dileguate tra i resti di un antico Oratorio....

Piazza San Bartolomeo dell'Olivella

Nella piazzetta raccolta, cui si accede per un archivolto da Salita Carbonara, si affaccia quanto resta della Chiesa di San Bartolomeo che, fondata dai Cistercensi nel 1305 insieme al complesso conventuale, venne successivamente trasformata in un piccolo teatro impreziosito dalla decorazione barocca a fresco. In questo scenario pare si aggiri, sul far dell'alba, per poi sparire verso Salita Carbonara una curiosa figura di donna che reca con se in un fagotto la testa del marito reo di tradimento....

 

 

 

 

Via Lomellini

L'antico percorso che, nel Medioevo, dalla Ripa Maris conduceva alla perduta Porta di Sant'Agnese (secolo XII) fu oggetto di notevoli interventi urbanistici soprattutto nel XVII secolo allorchè nella zona la nobile famiglia Lomellini innalzò, tra i palazzi già esistenti, la Chiesa di San Filippo Neri con l'annesso Oratorio che è un vero gioiello del barocchetto genovese Di fronte alla Chiesa la Casa natale di Giuseppe Mazzini

accoglie il Museo del Risorgimento e l'Istituto Mazziniano.

Dall'Oratorio pare si diffondano, talora, bellissime melodie senza che vi siano all'interno concerti....e qualcuno rammenta che il celebre compositore e violinista Nicolò Paganini tenne in quel mirabile luogo uno dei suoi ultimi concerti....ma siccome risulterebbe impossibile riconoscere le musiche, qualcuno si azzarda a far invece l'ipotesi che si tratti di una specie di rivalsa postuma attuata da Alessandro Stradella nei confronti dei Lomellini ch'eran stati così ostili all'amore del musicista per una damigella della loro famiglia.....

 

 

 

Via del Campo

Sull'antico terreno coltivo della Abbazia di San Siro s'allunga una delle vie più trafficate del Centro Storico sulla quale spiccano notevoli testimonianze degli antichi insediamenti nobiliari: tra questi, Palazzo Negrotto Durazzo e Palazzo Cybo poi Cellario. In piazza Vacchero , che si apre a metà di Via del Campo, venne collocata una colonna infame a ricordo che proprio in quel luogo dovette letteralmente perdere la testa Giulio Cesare Vacchero perchè accusato d'aver cospirato contro la Repubblica di Genova; la colonna è nascosta da una

imponente fontana. Si dice che quando il debole raggio della luna velata da vapori rossastri come il porfido della vasca, ne scaturiscano arcane inquietanti visioni....

Porta dei Vacca

La porta di Santa Fede (dall'omonima chiesa ch'era nei pressi)più nota come "dei Vacca" perché prossima alle case dei Vacchero, risale alla cinta muraria del 1155/60 e venne restaurata nel XVII secolo ; nel secolo successivo una delle due torri finì incorporata nel Palazzo Serra. La Porta s'impone visivamente sulla breve Via delle Fontane e introduce a Via del Campo ch'era l'estrema propaggine del "Burgus" medievale.

Dalla porta della cinta antica medievale, tra la notte del Venerdì Santo e l'alba della Pasqua, uscirebbe per poi risalire sulle alture il carro spettrale che, condotto da un misterioso incappucciato e trainato da un fantastico destriero, condurrebbe verso luoghi di maggiore pace le anime di quanti sono stati colti da morte violenta o improvvisa......

 

 

Salita Santa Brigida

A minima distanza da Piazza Acquaverde (così chiamata perchè il rio Sant'Ugo vi confluiva a formare un luogo assai caro alle lavandaie del tempo antico)e da Piazza Nunziata, Salita Santa Brigida sale da Via Balbi su per i bastioni delle mura cinquecentesche. E' questa un'area, così come la collina di Montegalletto, che è stata interessata dall'urbanizzazione ottocentesca: a ricordare il monastero (risalente al 1430 e demolito nel XIX secolo) di Santa Brigida rimane il grande portale d'accesso. Secondo alcuni rimangono pure echi di festini alquanto inconsueti per spazi claustrali seppur evocativi di un famoso romanzo dell'illuminista Diderot e della

"monaca" di manzoniana memoria...altri invece ricordano con sottile sgomento la profezia di Santa Brigida a proposito di Genova.....altri ancora preferiscono evocare la fonte miracolosa che Sant'Ugo avrebbe fatto scaturire dalla pietra viva....